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Roma, 26 novembre 2009
Pd, scoppia il caso degli ecodem
Il 12 dicembre iniziativa a Roma della Costituente ecologista. Il leader dei Verdi Bonelli: «Dialoghiamo»
dal quotidiano Terra di giovedì 26 novembre 2009

Acque agitate nel Partito democratico. Dopo l’emorragia provocata dal Movimento per l’Italia di Rutelli, è il turno degli ecodem. Il fronte dell’agibilità politica e culturale dell’ecologismo, nel principale partito d’opposizione, è sempre più ristretto. Il Pd sceglie di manifestare per “L’alternativa a Berlusconi” negli stessi giorni in cui tutto il mondo guarda agli esiti del vertice di Copenaghen sul clima, senza prevedere nemmeno un riferimento all’ambiente nella piattaforma programmatica della mobilitazione. Della Seta: «Se continua così c’è bisogno di nuovi approdi».

Rischio di “diessizzazione”, mancata mobilitazione del Pd in occasione dell’11 e 12 dicembre, in concomitanza con il summit di Copenaghen sul clima. Ancora: spaccatura in occasione del No-B day e «rappresentanza pressoché inesistente» della sensibilità ambientalista all’interno dei nuovi organismi dirigenti.

Nei Democratici lo spazio d’agibilità culturale e politica delle priorità ecologiste si fa, dunque, sempre più ristretto. «Questo partito – conferma il senatore ecodem Roberto Della Seta – è nato per rinnovare il profilo del riformismo italiano, il cui cuore deve essere costituito dalla questione ambientale. L’impressione, però, è che oggi il Pd stia ripiegando verso terreni più tradizionali, verso una sinistra poco contemporanea».

Priorità ambientali, peraltro, nemmeno citate dalla piattaforma di “mille piazze per l’alternativa” annunciate per l’11 e il 12 dicembre, gli stessi giorni di «100 piazze per il clima», la mobilitazione convocata già da alcune settimane da una grande coalizione nazionale animata da numerose associazioni ambientaliste, comitati e cittadini.

Mancanza difficilmente derubricabile allo status di “dimenticanza”. E, infatti, Della Seta usa toni chiari: «Nei due giorni in cui si svolge un appuntamento come il summit di Copenaghen al quale tutto il mondo, e segnatamente i riformisti, guarda con grande attenzione, che il Pd si mobiliti “Per l’alternativa” a Berlusconi non inserendo l’ambiente come tema pilastro rappresenta davvero un’occasione mancata».

Una separazione, al momento, non è nell’aria. Ma, a furia di speranze tradite e folate di sviluppismo di una «leadership miope e provinciale», nessuno scenario sembrerebbe escluso. «Per ora sto nel Pd – dice Della Seta –. Ma se questa vicenda della mobilitazione mancata non rimarrà solo un episodio, allora si tratterà di certificare una specifica incapacità del Partito. E, in questo caso, occorrerà aprire una riflessione più generale. Che riguarderebbe me e molti altri».

Intanto, arriva un’altra crepa: il No B-Day del 5 dicembre. La linea di Bersani è «non partecipare». Gli ecodem, invece, ci saranno. «E non sarò l’unico», prevede il senatore. «Al di là di chi l’ha promossa, ritengo che a questa manifestazione il Pd ci debba essere. In Italia c’è un problema di rispetto della democrazia». La critica ai vertici, anche stavolta, è nel merito. «Sinceramente non so quali motivazioni abbiano spinto segretario e organismi dirigenti a decidere di non esserci».

Insomma: i mal di pancia sono più forti. Dopo Rutelli, il Pd è dunque alle prese con un’altra grana interna. La componente ecologista, nel frattempo, «guarda con attenzione» a cosa accade al di fuori del Pd. In particolare al dialogo tra la Costituente ecologista promossa dai Verdi e i Radicali del neopresidente Staderini e del leader carismatico Pannella. «Ho giudicato coraggiosa e intelligente la scelta dei Verdi di non diluirsi in un contenitore come Sinistra e libertà, che risponde a logiche poco attuali e dove sarebbe stato difficile mettere al centro l’ambiente. Una proposta che punti al rafforzamento e all’autonomia di una rappresentanza delle questioni ambientali va certamente incoraggiata».

Un approdo possibile per gli ecodem? «Se il Pd chiudesse in maniera definitiva alle questioni ambientali bisognerebbe certamente scegliere altri lidi. Ma si tratterebbe di una necessità non di mera ricollocazione politica dei singoli, bensì di una questione prioritaria per l’Italia».

Intanto, proprio il 12 dicembre Della Seta ed altri ecodem parteciperanno a Roma agli “Stati generali degli ecologisti”, promossi dai Verdi. In quell’occasione, spiega il presidente del Sole che ride Angelo Bonelli, «confermerò la necessità di aprire un dialogo con tutti gli ecologisti, in maniera paritaria, per provare a delineare il futuro dell’ambientalismo italiano».
Allora: se son rose fioriranno? «Vedremo», taglia corto Della Seta. Il confronto, intanto, è aperto. Ed è già un buon inizio.

 

      
   

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